Ebbene sì, lo ammettiamo, eravamo un po’ preoccupati questa settimana perché se è vero che già ieri erano in uscita molti dati, non si può negare che i temi che hanno fatto da padrone nelle nostre riflessioni degli ultimi mesi sono sulla strada giusta per risolversi. In altre parole, ci stavamo chiedendo… di cosa parliamo? Certo c’è l’impeachment, avete ragione, ma come ricordavamo già settimana scorsa, in realtà serve un miracolo ai democratici per scalzare Trump: i repubblicani hanno 53 seggi su 100 al Senato e per allontanare un presidente è necessaria la maggioranza dei due terzi, quindi 20 Senatori dovrebbero votare dall’altro lato e ci sembra davvero difficile che ciò avvenga.
Insomma, eravamo quasi rassegnati a dover scrivere un pezzo solo con i numeri… quando ad un tratto arriva lui, la nostra musa, la fonte dei più grandi movimenti di mercato: un tweet di Trump. Su cosa? Beh, domanda lecita dopo che in pochi giorni ha chiuso l’accordo sia con Canada e Messico che con la Cina… ma per la serie “a volte ritornano” è spuntata la Corea del Nord! Il Presidente ha scritto che sarebbe piuttosto “deluso se qualcosa si muovesse da quelle parti” e che comunque gli “Stati Uniti guardano da vicino e sono pronti ad intervenire”. A dire la verità però non è stato Trump a dare il là alla disputa, ma il pittoresco leader Kim Jong-un che da qualche settimana ha ripreso la propaganda pro-nucleare e domenica, a giudicare dalla TV di stato, c’è stato un altro test andato benissimo. Non contento, ha anche buttato lì una sorta di ultimatum agli USA che scade a fine anno. Dai tanti film che abbiamo visto, tutti sappiamo come reagisce la Casa Bianca a certe minacce… e infatti la risposta, arrivata da Stephen Biegun, inviato speciale di Trump, è stata a dir poco laconica: “gli Stati Uniti non hanno deadline, ma obiettivi”. Questa volta l’amministrazione americana sta provando ad intavolare una trattativa aprendo al dialogo, ma di fronte hanno un leader a dir poco stravagante, non ci resta che sperare.
A proposito del rinnovato clamore scatenato dalla disputa USA-Corea del Nord, qualcuno potrebbe ricordare il film “Sesso e Potere” (De Niro e Hoffman tentano di distrarre l’opinione pubblica a ridosso delle elezioni), ma dato che la cosa non è partita dagli Stati Uniti siamo propensi a sposare la tesi riportata anche da Reuters: il dittatore ha pensato che fra impeachment ed elezioni Trump fosse in una posizione di debolezza e sta cercando di sfruttare la situazione a suo vantaggio. Tentativo vano a nostro avviso.

È il momento dei dati… ma come di consueto saremo brevi, anche perché quelli europei sono praticamente tutti nella stessa direzione: sotto le attese. A dare il là alle danze ci ha pensato la Francia: PMI manufatturiero a 50.3 a fronte di aspettative a 51.5 (bene comunque che sia sopra 50, spartiacque fra espansione e contrazione economica) e quello dei servizi praticamente in linea con quanto atteso dal mercato. Poi sono arrivati i PMI tedeschi ed italiani e qui non abbiamo visto neanche un numero battere le attese (da segnalare il manifatturiero teutonico sotto 50 e l’indice dei prezzi al consumo in Italia a 0.2%). Se la Germania non cresce, cosa potevamo aspettarci dai dati aggregati? Nulla di diverso… e infatti il PMI manifatturiero aggregato dell’eurozona si ferma ad un preoccupante 45.9. Dall’altro lato dell’Atlantico invece i dati sono incoraggianti, l’economia USA continua a dar segnali positivi! EURUSD in discesa quindi? Non esageriamo, l’euforia per la scorsa settimana continua a mantenersi forte e il cross anzi sale fino a 1,1158.
In chiusura, spendiamo qualche parola sull’unico che può contendere a Trump la palma di “uomo del momento”, Boris Johnson. Continuano le celebrazioni per la storica vittoria, ma nel frattempo a Downing Street si lavora su due fronti: la bozza di proposta di legge sulla Brexit da presentare in Parlamento (forse già questo venerdì dato che Carney ha dichiarato che il sistema finanziario è pronto per la Brexit) e un “ambizioso accordo commerciale” con gli Stati Uniti, le cui basi sono nate dalla telefonata di ieri fra i due capi di stato. Nel frattempo, il PMI composito si è fermato a 48.5 (previsto 49.6) e la sterlina ha toccato un minimo di giornata contro euro a 0.8302. Continua così Boris, la strada è lunga!
Molti spunti oggi, ma c’è ancora una cosa da ricordare: oggi festeggiamo i 30 anni dalla nascita dei Simpson e ben più importante nel 1999 veniva istituita la giornata contro la violenza sulle donne.

 

CALENDARIO ECONOMICO

10:30 – Indice dei salari medi inglesi inclusi bonus (Ott)
10:30 – Variazione nelle richieste di sussidi disoccupazione inglese (Nov)
10:30 – Tasso di disoccupazione inglese (Ott)
11:00 – Bilancia commerciale europea (Ott)
14:55 – Redbook americano (Mensile)
14:55 – Redbook americano (Annuale)
16:00 – Nuovi Lavori JOLTs americani (Ott)

EURUSD: 1.1142
EURGBP: 0.8401

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