Giornata di dati nell’Eurozona l’indice dei prezzi alla produzione tedesco su base annua è sceso al 12.6% contro il 12.8% previsto del mercato...
L’indice dei prezzi alla produzione tedesco su base annua è sceso al 12.6% contro il 12.8% previsto del mercato, mentre su base è migliorato dello 0.3%, leggermente superiore al 0.2% previsto ed in oscillazione rispetto al precedente calo dell’1.1%.
Dal punto di vista politico, si segnala la visita di Stato di Re Carlo in Francia, durante la quale lui ed il presidente Macron proveranno a voltare pagina rispetto ad anni di relazioni difficili, soprattutto dopo l’uscita della Gran Bretagna dalla UE. La visita arriva mentre i cittadini francesi e britannici sentono il peso di un’inflazione ai massimi, e la cena programmata nella sontuosa Reggia di Versailles, simbolo di privilegio, è stata criticata da alcuni come insensibile.
Per una volta l’inflazione inglese non desta preoccupazione: l’ultima rilevazione dell’indice CPI ha segnato un aumento minore del previsto, arrivando a 6.7% contro il 7% stimato dal mercato. Lo stesso dato su base mensile, sempre dello scorso mese, ha raggiunto il valore di +0.3% vs 0.7% inizialmente stimato. Questo dato risulta particolarmente utile in ottica decisionale per la riunione odierna della Bank of England: la maggior parte degli economisti scontano ormai quasi per certo un aumento dei tassi. Se questo dovesse avvenire, con uno step del +0.25%, questi arriverebbero ad un livello d 5.50%.
La Federal Reserve mantiene invariati i tassi d’interesse, in una decisione tattica che nelle parole del Governatore Powell non chiude le porte a un ulteriore rialzo entro la fine dell’anno. lascerà invariati i tassi di interesse nell’intervallo 5,25%-5,5%. Gli indicatori recenti suggeriscono che l’attività economica si è espansa a un ritmo sostenuto. L’aumento dei posti di lavoro ha subito un rallentamento negli ultimi mesi, ma rimane forte, e il tasso di disoccupazione è rimasto basso. Il sistema bancario statunitense è solido e resiliente ma le condizioni di credito più restrittive per le famiglie e le imprese probabilmente peseranno sull’attività economica, sulle assunzioni e sull’inflazione. La portata di questi effetti rimane incerta e il FOMC, che ha votato le decisioni all’unanimità, rimane molto attento al rischio inflazione, che attualmente rimane elevata. Sulla scia della decisione il Biglietto Verde guadagna terreno.
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