Lo vedremo o non lo vedremo l’1.08? Siamo ormai vicinissimi: sulla scia dei dati di settimana scorsa ieri abbiamo visto il minimo da 12 mesi a 1.0905. Bowman, membro della Fed, durante una conferenza in Florida ha affermato di intravedere una prospettiva molto favorevole della crescita degli USA, caratterizzata, tra l’altro, da un basso livello di disoccupazione. Ha poi aggiunto di aspettarsi come l’inflazione salirà gradualmente fino ad arrivare al famoso 2% tanto agognato dalle Bance Centrali dei Paesi “maturi”.
Anche Reuters segnala l’ottimismo degli investitori sulla crescita economica americana, ritenendola resistente anche alla diffusione del coronavirus. Sulla situazione in Cina si è espresso ieri il Direttore dell’Ufficio per le politiche commerciali e manifatturiere Peter Navarro, il quale ha affermato che il recente contagio nella super potenza asiatica mostri la necessità di spostare la produzione di farmaci negli Stati Uniti.
L’euforia per i dati positivi in Italia di pochi giorni fa è purtroppo un mero ricordo. Ieri doccia fredda dalla produzione industriale, che riesce a stupire in negativo nonostante le aspettative non fossero gran che: -2.7% a fronte di una previsione a +0.5% su base mensile, mentre il dato annualizzato è arrivato addirittura a -4.3% (previsto -0.2%).
La settimana non è iniziata nel migliore dei modi per il caro vecchio Johnson, che è stato attaccato sul fronte interno: la sua idea di costruzione un ponte che colleghi l’Irlanda del Nord e la Scozia è stata definita “ridicola”. Gli inglesi sono davvero diversi da noi, qui se uno propone di costruire un ponte viene eletto, non criticato…
A questo si è aggiunto il progetto sui porti franchi in Inghilterra. Il Regno Unito vorrebbe dare slancio all’economia domestica nella fase post Brexit creando zone franche fiscali e doganali in ben 10 porti dislocati su tutto il Paese. Secondo quanto si è appreso dal disegno presentato ieri, le merci sarebbero tassate solo nel momento in cui queste verranno trasportate nel territorio doganale inglese o qualora queste dovessero lasciare il porto franco per nuova destinazione. La logica sottostante emersa dal documento vedrebbe un’imposizione fiscale sul prodotto finito e non sui semilavorati. Ciò dovrebbe tradursi in un risparmio fiscale sull’assemblaggio delle merci nei porti franchi inglesi. Il piano ha entusiasmato il capo segretario Rishi Sunak che ha affermato come la creazione dei suddetti possa liberare “il potenziale nei nostri orgogliosi porti storici”. Non è stato dello stesso parere l’ex diplomatico e negoziatore commerciale, Dmitry Grozoubinski, che ha sottolineato come non basti dichiarare un’area porto franco per renderla attraente, “altrimenti ci sarebbero 40 milioni di freeport in tutto il mondo”.
Spostandoci un po’ più a Nord, in un’intervista su Bloomberg è apparso ieri il PM scozzese Sturgeon che ha iniziato la sua intervista affermando come Big Jo stia conducendo il Regno Unito verso una hard Brexit. Ha poi proseguito affermando come la propria nazione stia compiendo passi in avanti per indire un referendum sull’indipendenza. La sterlina è sembrata invece partire con uno sprint di positività, rafforzandosi di circa lo 0.7%. Il cross ora quota intorno a 0.8450.
CALENDARIO ECONOMICO
10:30 – PIL inglese (mensile)
10:30 – PIL inglese (trimestrale)
10:30 – PIL inglese (annuale)
10:30 – Produzione industriale inglese (Dic)
10:30 – Produzione manufatturiera inglese (Dic)
14:55 – Redbook americano
15:00 – Discorso del Presidente della BCE Lagarde
16:00 – Discorso del Presidente della Fed Powell
16:00 – Nuovi lavori JOLTS americani (Dic)
18:00 – Discorso del membro dell’MPC Haskel
18:15 – Discorso del membro del FOMC Quarles
19:30 – Discorso del membro del FOMC Bullard
20:15 – Discorso del membro del FOMC Kashkari
EURUSD: 1.0915
EURGBP: 0.8447