Se lunedì tutti pensavano solo al Regno Unito, ieri gli sguardi sono tornati oltreoceano e il nostro buon Trump ha dimostrato che la battaglia fra dichiarazioni e macroeconomia è ancora apertissima. La prima conferma arrivata ieri è che i dati ormai non li guarda più nessuno: mentre l’indice ZEW usciva al di sopra delle attese, l’EURUSD ha continuato la sua discesa come se nulla fosse. D’altra parte, anche i tanti investitori che hanno atteso le dichiarazioni di Mr.T delle 18 per avere spunti sono rimasti delusi, non ricevendo spunti di rilievo. In particolare l’intervento inizia con una serie di attacchi alla Fed, accusata di non fare abbastanza per la crescita del Paese e anzi di essere la causa dello svantaggio competitivo degli USA verso il resto del mondo. Dopo la bordata alla FED un po di autocelebrazione ce la vogliamo mettere? Che discorso politico sarebbe senza un qualche dato che dimostri il successo di quanto fatto? Ed ecco fioccare una serie di dati macroecomici, come fossimo in piena campagna elettorale, che testimoniano il successo del suo mandato (primo fra tutti la creazione di 6 milioni di posti di lavoro). Non so voi, ma io appena l’ho sentito ho pensato: immagina quanti ne avrebbe prodotti l’economia americana senza la sua guerra con la Cina… E a proposito di guerra commerciale, stiamo attenti perchè ha definito le barriere al commercio dell’UE per certi versi peggiori di quelle della Cina, occhio che se sposta il mirino sono guai, l’economia europea non è neanche lontanamente pronta. In chiusura ha poi dichiarato, in maniera ridondante rispetto a quanto già detto negli scorsi giorni, che potrebbe esserci a breve un accordo sulla fase 1 tra i negoziati USA-Cina ma solo se sarà vantaggioso per gli Stati Uniti. Discorso in stile campagna elettorale dicevamo e anche gli effetti sono gli stessi: nessuno ci crede e nessuno prende decisioni su quanto detto, in primis l’EURUSD che ha continuato il suo movimento verso 1.09. Udite udite, mentre scriviamo abbiamo visto 1,0999.

La sterlina continua a rafforzarsi, sempre sull’onda del discorso di Farage di lunedì, il quale ha fatto intendere che la maggioranza per le prossime elezioni sarà del partito conservatore guidato da Johnson ma, come disse Franklin esattamente 230 anni fa:“di certo ci sono solo la morte e le tasse”. Se sono convinti che l’Europa non faccia per loro, potrebbero pensare alla Luna, in fondo sono ormai passati 10 anni da quando la NASA dichiarò che c’è acqua sul nostro satellite. Aspettiamo news.
Un po’ di pepe è arrivato dal dollaro neozelandese, che ha prima ceduto lo 0.66% sull’aspettativa di un possibile taglio dei tassi d’interesse da parte della RBNZ e poi recuperato oltre l’1.5% quando tali aspettative non si sono realizzate (niente tagli per ora, in Nuova Zelanda stanno bene così per il momento).

CALENDARIO ECONOMICO
10:30 – Indice dei prezzi al consumo inglese
11:00 – Produzione industriale (mensile) europea
14:30 – Indice dei prezzi al consumo statunitense
17:00 – Discorso di Powell
20:10 – Discorso del Governatore della RBNZ Orr

EURUSD: 1.1014
EURGBP: 0.8572

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